Federica porta il cane a pisciare e quello è il momento più bello della giornata. Perché Cane Bianco ha bisogno di fare un bel giro e di pisciare tanto.
I genitori di Federica le stanno sempre attaccati, la mamma una volta belloccia, il padre secco-secco. Così diversi, ma tutti e due stanno a guardia di Federica. L’unico modo di essere libera è portare Cane Bianco a pisciare.
Si capisce, Federica è bella. Il seno è fiorito tutto insieme. Ha diciott’anni, è quella che prende dieci in latino ed è quella che non ha amici. Non ha neppure un fidanzato a guardar bene. Ha solo Cane Bianco, e me.
Cane Bianco ama soprattutto un bel giro in pineta. Anche d’inverno, col muschio e le felci zuppe d’acqua. Aspetto, nella piazzola segreta che si raggiunge uscendo dalla ciclabile. Bel tempo, brutto tempo, io sono lì.
I ragazzi incontrano Federica quasi ogni giorno. Sono quelli della scuola e dello sport, che si sono passati la voce. C’è il riccetto, quello in sovrappeso e quell’altro, con la faccia a punta, da faina. Tutti portano un regalo: qualcosa, e un telo. Ma del telo spesso non c’è bisogno, perché Federica non ha troppo tempo, e poi potrebbe sempre passare qualcuno. Meglio farlo in piedi, la schiena poggiata a un pino, pronti alla fuga. Nei boschi spesso ti prende qualcosa, ti senti osservato.
Cane Bianco viene legato, mentre Federica si alza la gonna e apre le cosce. C’è una forma di poesia, una certa dimenticanza nel modo in cui si fa prendere.
Il cane, osservatore muto, registra. Gli amanti scivolano sulle cornee lacrimose, i cazzi e le mani nelle cosce, e un pezzo di culo bianco come la luna, tutto sosta un momento negli occhi di Cane Bianco.
Federica non ha tutto il pomeriggio, sa che c’è un limite preciso oltre il quale Cane Bianco comincerà ad uggiolare, non si deve buttare via il tempo. Orgasmo o meno, Federica è generosa, quello che chiedono fa.
Io sono innamorato di Federica, e sono amico di Cane Bianco. Mi avvicino piano piano alla radura e vedo quello che passa sugli occhi del cane. C’è un angolo morto da cui nessuno mi vede, da cui faccio una carezza al cane e adagio i miei occhi nei suoi. Negli occhi, vedo lei. Lei accucciata sul telo, carponi, lei in ginocchio e lei sopra, coni capezzoli che sono due macchie di vino sulla pelle bianca, occhi sotto le palpebre del maglione pesante. Io e lui ci capiamo: non mi denuncerà mai Cane Bianco, non abbaierà mai.
Solo io e Cane Bianco possiamo guardare. Se becco un altro guardone lo uccido. Una volta ho sorpreso un ragazzino con la faccia di pustole, osservava la scena da dietro un mirto e aveva il cazzo in mano. L’ho guardato senza aprire bocca, ma non con gli occhi di Cane Bianco, che sono immensi e dolci. L’ho guardato con gli occhi di un uomo, ed è sparito.
Federica è troppo lontana, io per lei non esisto. E forse riesco ad amarla solo attraverso gli occhi di Cane Bianco. Gli occhi del tuo amore sono troppo pesanti mi disse qualcuno, impossibili da sostenere. Sono un fatto. Ma negli occhi di CaneBianco c’è spazio abbastanza per tutti.
Per Federica, per i suoi amanti, e anche per me.






